BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 74.3

 

9. Corpus galenico

Costantinopoli?, sec. XII
membr.; mm 275 x 220; cc. I, III (cart.), II, 192, III’ (cart.), I’
Pluteo 74.3

Il codice, palinsesto e vergato su pergamena spessa e giallastra, comprende un’importante raccolta di opere del Corpus galenico e rappresenta per alcune di esse il testimone unico (è il caso del De optima secta alle cc. 38r-60v) o il più antico (come per il De foetuum formatione alle cc. 80v-91r). Ad esso vanno inoltre ricondotti, direttamente o indirettamente, tutti gli altri rappresentanti della classe di codici contenenti il Glossario ippocratico di Galeno in forma non abbreviata.
Guglielmo Cavallo ha ricondotto l’origine del codice all’area italo-greca (forse alla Sicilia) e a un periodo compreso tra i secoli XII e XIII; anche Wilson (1987) ne ha suggerito una possibile origine italo-greca, datandolo tuttavia decisamente al XII secolo. In quest’ottica, il codice costituirebbe un’interessantissima testimonianza della cospicua produzione e circolazione di testi medici, filosofici e scientifici in lingua greca nell’Italia meridionale sveva. Lo stesso Cavallo, tuttavia, ha notato talune affinità tra le scritture erudite, corsiveggianti e disordinate di questo manoscritto (e del Parigino suppl. gr. 634) e quelle dello scriba Ioannikios e dei suoi collaboratori, una cerchia la cui attività è stata localizzata variamente tra Costantinopoli e l’Italia meridionale. Gli studi successivi di Wilson (1991) e della Degni hanno ricondotto con buona probabilità la produzione di Ioannikios e dei suoi – un corpus di circa 19 testimoni comprendente diversi altri manoscritti di argomento medico contenenti opere di Aezio Amideno, Paolo di Egina, Galeno e i commenti di quest’ultimo a Ippocrate – alla capitale dell’impero d’Oriente e al XII secolo. È pertanto assai probabile che il manoscritto in questione possa essere attribuito a quel contesto geografico e non all’Italia meridionale: il codice andrebbe dunque messo in relazione con la circolazione di testi filosofici e medici legata alle necessità delle scuole di medicina annesse agli ospedali e ai monasteri costantinopolitani.
Brigitte Mondrain ha riconosciuto nel manoscritto diversi interventi attribuibili alla mano di Demetrio Angelo, un medico ed erudito bizantino allievo di Giovanni Argiropulo che commentò l’Ars medica di Galeno nella famosa scuola/ospedale dello xenon di Kral a Costantinopoli tra il 1448 e il 1453: tale circostanza dimostra la presenza del codice a Costantinopoli nel XV secolo e l’interesse ivi perdurante per l’opera galenica. Di lì a qualche anno il codice fece il suo ingresso nella biblioteca di Lorenzo il Magnifico, con buona probabilità grazie all’umanista Giano Lascaris (1445-1535), cui Lorenzo aveva dato l’incarico di fare incetta di codici greci in Oriente e in Italia.
Si espone la c. 80v recante l’incipit del De foetuum formatione.

[S.M.]

Bandini 1764-1770, III, coll. 48-50; Cavallo 1980, pp. 216, 220; Wilson 1987, p. 55; Wilson 1991; Mondrain 2000; Perilli 2000, p. 30; Degni 2008.

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