BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Gaddi 162

 

13. Vademecum farmacologico

Italia centrale, sec. XIV prima metà
membr.; mm 230 x 170; cc. I, 32, I’
Gaddi 162

Le dimensioni medie, la piccola littera textualis di una sola mano su due colonne, ricca di abbreviazioni, la decorazione limitata alle rubriche e alle iniziali moderatamente filigranate in rosso e azzurro a contrasto fanno di questi quattro quaderni membranacei, provenienti dalla illustre famiglia fiorentina dei Gaddi (antiche segnature «G. 837» e «D. 94» alle cc. Ir e 1r) e giunti in Laurenziana nel 1783 sotto il granduca Pietro Leopoldo (1765-1790), un prodotto già a prima vista destinato a un uso privato, a una biblioteca personale.
Subito dopo sono i testi e la proporzione delle diverse opere contenute a definire meglio il profilo del manoscritto e quindi del suo destinatario. Oltre a varie note di medicina (cc. 30v-31v) il codice contiene infatti l’Antidotarium Nicolai (cc. 1rA-27rB) – di cui è in corso l’edizione critica a Magonza, a cura di Francesco Roberg –, un compendio elaborato nel XIII secolo del più grande Antidotarius magnus seu universalis (1087-1100); le Tabule Salerni de virtutibus et operacionibus remediorum simplicium (cc. 27vA-30rB), in cui si indicavano le malattie per cui si potevano utilizzare i vari semplici, sulla base delle loro qualità terapeutiche; il Quid pro quo (c. 32rA-vB), che permetteva di rimpiazzare un prodotto mancante con uno disponibile. Una simile miscellanea non rientra nei canoni delle opere destinate alla preparazione universitaria, bensì pare essere stata confezionata per un lettore specializzato, che faceva un uso pratico di tali ingredienti: il testo in latino farebbe propendere per un medico piuttosto che per uno speziale.
L’Antidotarium è una raccolta alfabetica di medicamina composita e non di simplicia, ed è uno dei testi più noti della scuola medica salernitana, la prima d’Europa, la cui massima fama si ebbe tra la fine dell’XI e l’inizio del XIII secolo. L’originale latino, di cui si ebbero ben presto molte versioni volgari più o meno estese (in inglese, francese, tedesco, olandese, italiano, spagnolo, ebraico e anche arabo), fu edito per la prima volta nel 1471 (Venezia, Nicolas Jenson; IGI 6855). Causa la sua complessità, per favorirne una maggior comprensione terminologica spesso veniva accompagnato all’interno dei manoscritti da elenchi di Synonima o da sillogi dei vari componenti – i “semplici”, quei rimedi vegetali o minerali che potevano anche essere usati da soli, per una medicina quotidiana (in questo caso le Tabule Salerni, più spesso il Circa instans, una delle più celebri farmacopee botaniche salernitane, del 1150-1170) – così come da prontuari come il Quid pro quo, altrettanto necessari per sapere quali alternative esistevano in mancanza di un ingrediente (cfr. Collectio Salernitana 1852-1859, III, pp. 271-322 e V, pp. 232-253; De Renzi 1857, passim).
Si espone la c. 1r con l’apertura dell’Antidotarium Nicolai.

[I.G.R.]

Bandini 1791-1793, II, coll. 166-167.

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