BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Biscioni 25
Biscioni 25

36. Benedetto Reguardati, Libellus de conservatione sanitatis

Italia, sec. XV seconda metà
cart.; mm 210 x 153; cc. II, 127, II’
Biscioni 25

Benedetto Reguardati – o Benedetto da Norcia, come è anche conosciuto dal nome della sua città di origine – nacque nel 1398. Studiò medicina e fino al 1427 insegnò all’università di Perugia; fu poi medico comunale ad Ascoli Piceno e, successivamente, esercitò la professione a Milano come medico personale di Bianca Maria Visconti, figlia naturale del duca Filippo Maria, che nel 1441 sposò Francesco Sforza. Fu anche medico di Cosimo de’ Medici e di Sante Bentivoglio, signore di Bologna. Il Reguardati partecipò anche attivamente alla vita politica: nel 1447 fu governatore di Pavia, l’anno successivo di Parma, nel 1457-1458 luogotenente di Pesaro e dal 1464 Eccelso Consigliere Segreto del ducato di Milano. Solo negli ultimi mesi di vita lasciò Milano e si stabilì a Firenze, dove morì nel 1469. Di lui ci restano due opere: il De pestilentia e il Libellus de conservatione sanitatis, composto fra il 1427 e il 1430 e dedicato al prelato napoletano Astorgio Agnesi (1391-1451), vescovo di Ancona e Numana e poi governatore della Marca anconitana, arcivescovo di Benevento e infine cardinale.
Il trattato, che inizia con cinque capitoli dedicati alle res non naturales, è una sorta di dizionario alimentare in cui sono trattati in ordine alfabetico cibi e bevande. Dell’opera, che fu edita per la prima volta a Roma nel 1475, sono stati censiti sedici manoscritti.
Il codice laurenziano, che contiene il Libellus alle cc. 1r-107r, fu copiato fra il 1465 e il 1480. Appartenne ad Antonio Maria Biscioni, bibliotecario della Laurenziana dal 1741 al 1756; alla sua morte il granduca Francesco di Lorena dispose l’acquisto della libreria del Biscioni, che venne destinata alla Biblioteca Magliabechiana. Nel 1783 parte dei codici biscioniani furono trasferiti in Laurenziana per interessamento del bibliotecario Angelo Maria Bandini.
Si espone la c. 1r con l’inizio del Libellus.

[A.R.F.]

Bandini 1791-1793, II, coll. 256-257; Et coquatur ponendo 1996, p. 92; Nicoud 2001, pp. 476, 488, 493.

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