BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 73.5

 

8. Cornelio Celso, De medicina

Firenze, sec. XV (1427)
membr.; mm 338 x 230; cc. I, 203, I’
Pluteo 73.5

Aulo Cornelio Celso (ca. 14 a.C.-37 d.C.) fu autore di una vasta opera enciclopedica, De artibus, composta da diversi trattati riguardanti l’agricoltura, la medicina, l’oratoria, la filosofia, la giurisprudenza e l’arte militare. Dell’opera, rimasta pressoché ignota per tutto il Medioevo, sono sopravvissuti solo gli otto libri del De medicina, basati principalmente sul Corpus Hippocraticum e venuti alla luce agli inizi del XV secolo. Il successo del De medicina fu immediato, sia per l’ampiezza degli argomenti trattati, sia in quanto fonte primaria per la conoscenza della cultura medica classica, tanto da arrivare presto alle stampe (l’editio princeps, fiorentina, è del 1478; IGI 2674).
L’autore divide la scienza medica in tre settori fondamentali: dietetica (libri I-IV), farmaceutica (V-VI) e chirurgia (VII-VIII). In particolare alla prevenzione sono dedicati i capitoli del primo libro, nel quale Celso fornisce all’homo sanus come agli imbecilli, ossia le persone più deboli, una serie di regole per mantenere il proprio stato di salute o migliorarlo: un giusto regime alimentare, molto esercizio fisico da preferire a una vita oziosa, una condotta di vita che deve essere rapportata alla propria costituzione, all’età, al sesso, alle stagioni, alle condizioni climatiche e ai luoghi di residenza. Nel secondo libro sono raccolte indicazioni utili per evitare l’insorgere di malattie (cap. I), legate sia alle condizioni atmosferiche (lo scirocco, ad esempio, indebolisce l’udito) o alle stagioni (pericolosissimo è l’autunno, mentre la primavera è la stagione saluberrima), sia alle proprietà di cibi e bevande (dal cap. XVIII), la cui conoscenza è utile tanto ai sani quanto ai malati per la cura delle proprie affezioni.
Il codice è stato finito di vergare a Firenze nel luglio del 1427 dal notaio Antonio di Mario (cfr. c. 203r), attivo come scriba dal 1417 al 1456 almeno (una mano più tarda integra alcune sezioni di testo mancanti); fiorentina è anche la decorazione, come denunciano le iniziali in oro a bianchi girari poste ad apertura degli otto libri. È probabilmente identificabile con uno degli otto «Cornelius Gelsius» o «Celsus» elencati nel desco 73 nell’inventario dei manoscritti della Laurenziana compilato nel 1589 dai bibliotecari Giovanni Rondinelli e Baccio Valori (Plut. 92 sup. 94A, c. 58r).
Si espone la c. 1r con l’incipit del De medicina.

[E.A.]

Bandini 1774-1778, III, col. 24; Sabbadini 1900, p. 5 e passim; Colombo 1965, p. 217, nota 3; Jocelyn 1984, p. 101; De la Mare 1985, p. 482; Ceccanti 1993-1996, p. 13.

Torna su

Home page