BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 73.42

27. Isaac Israeli, Liber diaetarum universalium in traduzione latina

secc. XIII e XIV
membr. (ma cart. le cc. 51-52); mm 218 x 158; cc. II (cart.), 52, II’ (cart.)
Pluteo 73.42

Vissuto in Egitto fra il IX e il X secolo, il medico ebreo Abu¯ Ya‘qu¯b Ish.a¯q ibn Sulaima¯n al-Isra¯’ı¯lı¯, meglio conosciuto come Isaac Israeli, Isacco il Giudeo o Isacco l’Ebreo, è considerato uno dei capiscuola della medicina araba.
Il codice, composito (I: cc. 1-16 del sec. XIII, con testo disposto su due colonne; II: cc. 17-50 del sec. XIV, con testo a piena pagina, come nei due ultimi fogli cartacei aggiunti successivamente), contiene la traduzione dall’arabo in latino dell’opera di Isacco senza indicazione del nome del traduttore (cc. 1r-48v), seguita dagli Aphorismi di Giovanni Damasceno, adespoti e anepigrafi (cc. 48v-52r).
Il trattato di dietetica è stato stampato nel corso del Cinquecento negli Omnia opera di Isacco (Lione 1515) e insieme al suo Liber diaetarum particularium (Basilea 1570). Manca ad oggi un’edizione critica che identifichi con certezza la paternità della traduzione, anche se generalmente essa viene ascritta a Costantino l’Africano. Il monaco cassinese, stando all’elenco delle opere lasciatoci dal suo biografo Pietro Diacono, tradusse infatti un trattato De diaeta ciborum, oltre ad altri scritti di Isacco, come il trattato sulle febbri e quello sulle urine. In taluni manoscritti l’opera viene attribuita a Gherardo da Cremona (Thorndike-Kibre 1963, col. 1252), considerato insieme a Costantino il più importante mediatore di sapere medico dell’età medievale.
Il codice era in Laurenziana già nel 1589: risale infatti a quell’anno l’inventario dei manoscritti della biblioteca redatto da Giovanni Rondinelli e Baccio Valori, dove il codice è citato al n. 46 del desco 73 (Plut. 92 sup. 94A, c. 58r).
Si espone la c. 1r, in corrispondenza del primo libro.

[E.A.]

Bandini 1774-1778, III, col. 84.

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