BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 76.77

33. Secretum secretorum

Firenze, sec. XV
cart.; mm 355 x 260; cc. II, 50, II’
Pluteo 76.77

Il Secretum secretorum, in arabo Sirr al-asra¯r, è un’opera enciclopedico-scientifica di età medievale che tratta di astrologia, alchimia, fisiognomica e medicina, con inserzioni di erbari e lapidari. Già erroneamente attribuita, in ambito arabo e fino al Rinascimento, ad Aristotele, si presenta sotto forma di lunga lettera inviata da Aristotele ad Alessandro Magno, suo discepolo prediletto, impegnato nelle conquiste in Oriente. Impossibilitato a raggiungerlo per via dell’età e del suo stato di salute, il filosofo invia i suoi consigli e insegnamenti talvolta sotto forma di metafora, componendo dunque un “libro di segreti”.
Del Sirr al-asra¯r ci sono pervenute due redazioni: una breve composta da sette o otto libri, da cui derivarono una versione ebraica, una spagnola, una russa e una latina, parziale, di Giovanni da Siviglia (1100-1130), e una redazione lunga in dieci libri, conosciuta in arabo da numerosi manoscritti e tradotta in latino da Filippo di Tripoli nella prima metà del XIII secolo (1230-1240).
Durante il Medioevo la versione latina del Secretum ebbe un grandissimo successo, tanto che ne sono stati censiti più di 600 manoscritti. La versione volgare italiana è nota ad oggi da una trentina di codici, di cui solo una parte riporta la versione completa.
Il manoscritto laurenziano contiene la redazione italiana del Secretum, realizzata in area pisana agli inizi del Trecento. La sua presenza nella biblioteca medicea è documentata dall’inventario del 1589 (Plut. 92 sup. 94A, c. 60r); non compaiono notizie di precedenti possessori e probabilmente la mutilazione del margine inferiore della prima pagina del testo fu effettuata, in epoca imprecisabile, per eliminare lo stemma del committente.
Si espone la c. 12r con i capitoli relativi ai consigli sul cibo e sul sonno.

[A.R.F.]

Bandini 1774-1778, V, col. 303; Ciccuto 1994, p. 99; Milani 2001, p. 215; Zamuner 2005, p. 96.

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