BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Gaddi 209

21. Barnaba da Reggio, Compendium de naturis et proprietatibus alimentorum

Italia, sec. XIV ex.
membr.; mm 160 x 115; cc. I, 50, II’
Gaddi 209

Il manoscritto, vergato da una sola mano in littera textualis alla fine del Trecento o forse anche agli inizi del Quattrocento, tramanda alle cc. 1r-50r il Compendium de naturis et proprietatibus alimentorum di Barnaba da Reggio (sec. XIV), seguito nell’ultima carta da brevi considerazioni riguardanti le virtù di alcune erbe «secundum Platearium in libro de simplicibus medicinis» e la confezione di pillole contro la podagra. Il modesto apparato decorativo del codice, composto da quattro sesterni e un bifolio finale, comprende un’iniziale filigranata rossa e nera di modulo maggiore sulla prima carta, iniziali minori rosse e blu alternate con decorazione filigranata in corrispondenza dei capitoli dell’opera e titoli rubricati.
Appartenente alla famiglia De Riatinis (o De Reatinis), attestata negli anni della sua attività a Reggio Emilia, Barnaba esercitò la professione medica probabilmente a Mantova e certamente a Venezia. Di lui ci rimangono opere che trattano i temi della prevenzione: un Libellus de sanitate tuenda, dedicato all’igiene e alla medicina generale, un Libellus de conservanda sanitate oculorum sulle malattie degli occhi e i modi per prevenirle, dei Consilia e il presente Compendium, una sorta di dizionario degli alimenti ordinato alfabeticamente, indirizzato al vescovo di Concordia Guido de Guisis (Crespi 1964; su un’origine calabrese del medico cfr. invece Rotundo 2004). Il codice riporta la data della redazione dell’opera – il 1338 – in calce al testo: «Finitum fuit hoc opus Venet(iis) per predictum magistrum Barnabam salariatum ibidem … sub M°CCC°XXXVIII° die 3 exeunte novembre» (c. 50r).
Si tratta di un’opera di divulgazione, redatta sulla base di auctoritates abbondantemente utilizzate e citate, ma allo stesso tempo originale, sia perché la volontà dell’autore è quella di adattare le conoscenze teoriche e universali alle realtà locali, in particolare dell’Italia settentrionale (vengono ad esempio citate alcune specialità di pasta fresca consumate a Venezia, a Mantova e a Reggio), sia perché è la prima volta che un trattato occidentale di dietetica segue un ordinamento alfabetico, adottato prima di allora in campo medico solo in qualche libro di semplici. Evidente è l’influenza esercitata dal Compendium sulle opere di Bernardo Torni e Benedetto Reguardati (si vedano le schede 35 e 36), due medici del XV secolo, i cui Regimina sanitatis seguiranno il medesimo schema (Nicoud 1995, pp. 207-231).
Appartenuto a un frate Tommaso di Firenze dell’ordine dei Minori (l’antica nota, appena visibile, si trova a c. I’v), il codice proviene dalla biblioteca della famiglia Gaddi (vecchie segnature si trovano a c. 1r-v) ed è giunto in Laurenziana nel 1783.
Si espone la c. 1r con l’incipit del Compendium.

[E.A.]

Bandini 1791-1793, II, coll. 204-205; Nicoud 1995, pp. 207, 208, 209, 219, 226, 230, 231; Et coquatur ponendo 1996, pp. 84-85; C.A.L.M.A. 2003, p. 678.

Torna su

Home page

PARTICOLARE