BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
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SEZIONE I

All’interno del Corpus Hippocraticum, nel trattato intitolato De diaeta viene stabilita per la prima volta l’idea che la salute dell’uomo sia data dall’equilibrio tra alimentazione ed altri aspetti della vita, in una interazione con l’ambiente che sarà sistematizzata compiutamente nel II sec. d.C. da Galeno in una sintesi tra teorie ippocratiche, aristotelismo ed ellenismo.

Di questo approccio è prova l’epistola di Diocle di Caristo (IV sec. a.C.) indirizzata al re Antigono, in cui si apprezza una progressiva personalizzazione, individuata dal punto di vista della complessione, dell’età della vita, dei ritmi biologici e dei processi fisiologici elementari.

La scienza alimentare in funzione della salute diventava così una branca medica importante, tanto per la vita dell’uomo sano che per quella del malato.

Nei confronti dell’uomo sano, l’alimentazione doveva contemplare alcuni parametri fondamentali, basati a loro volta sulla conoscenza della natura umana e dei suoi temperamenti e sul riconoscimento delle qualità dei cibi.

La scelta doveva considerare attività, età, sesso, costituzione dei soggetti, al fine di determinare l’individualità fisiologica del singolo e prescrivere un regime alimentare ad personam, che andava comunque controllato nel tempo.

Il richiamo alla moderazione e alla misura, nell’ottica di uno stretto legame tra salute del corpo e salute dell’anima, era già stato sottolineato dai Pitagorici e dagli Stoici, e, ancor prima di questi ultimi, da Platone, Aristotele, Epicuro.

Quando, nei primi anni della nostra era, le mense romane si arricchirono di sostanze esotiche e rare, come dimostra l’opera di Apicio, De re coquinaria, nel momento in cui le istituzioni repubblicane vengono soppiantate dal regime imperiale, Seneca sostiene l’importanza della frugalità, simbolo dell’uomo libero in contrapposizione all’obesità del tiranno.

Anche il De Medicina di Aulo Cornelio Celso (I sec. d.C.) dà ampio spazio alla dietetica, ribadendo inoltre un invito alla sobrietà che trascende le ragioni filosofico-morali per investire l’ambito economico-sociale, nel rispetto dei rapporti istituzionali e delle leggi suntuarie che rappresentavano un fattore di equilibrio e di controllo da parte dello Stato.

In questo modo si apre la strada all’esperienza di Galeno: nel De regimine sanitatis, nel De sanitate tuenda, nel De custodia sanitatis il singolo individuo diventa il fulcro di un pensiero dietetico fondato su quei fattori che diventeranno parametri di riferimento fondamentali nel galenismo più tardo, riconosciuti, con pochissime varianti, come sex res non naturales: aer, cibus et potus, motus et quies, somnus et vigilia, inanitio et repletio, accidentes animae.

In questa ricerca di equilibrio Galeno dà molta importanza all’alimentazione, che diventa strumento fondamentale di intervento, come illustrato anche dai Precetti sulla salute di Plutarco (1-10).

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