BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Antinori 20

26. al-Magˇu¯sı¯, Pantegni (Theorica) nella traduzione latina di Costantino l’Africano

sec. XII ex.-XIII in.
membr.; mm 238 x 148; cc. II (cart.), 103, II’ (cart.)
Antinori 20

Monaco cassinese di origine tunisina, Costantino l’Africano ebbe nella seconda metà dell’XI secolo il grande merito di far conoscere in Occidente le grandi opere classiche della medicina araba attraverso le sue traduzioni latine. Una delle sue biografie, in realtà in gran parte leggendarie, composta da Pietro Diacono (PL 173, coll. 1034-1035, cap. XXIII), anch’egli monaco di Montecassino di poco posteriore a lui, ce lo descrive in viaggio per diversi anni in Oriente, ove compì e perfezionò i suoi studi, raggiungendo poi l’Italia per sfuggire a una persecuzione che gli aveva procurato la sua vasta erudizione. A Salerno, dove trascorse alcuni anni, sarebbe entrato in contatto con il duca normanno Roberto il Guiscardo, che lo accolse nella propria corte. Fattosi monaco nel monastero di Montecassino ai tempi dell’abate Desiderio, avrebbe tradotto moltissimi testi da varie lingue, talvolta facendoli passare per propri, ma ancora oggi è incerta la paternità di varie traduzioni attribuitegli dalla tradizione. Anche se non si può affermare con certezza che Costantino abbia praticato l’arte medica a Salerno o che vi abbia insegnato, non vi sono dubbi sulla notevole influenza che le sue traduzioni esercitarono sull’attività e sulle opere dei medici salernitani.
Tra i lavori più importanti della sua vasta produzione è la traduzione-rielaborazione del Kita¯b al-Malikı¯ di ‘Alı¯ ibn al-‘Abba¯s al-Magˇu¯sı¯ (sec. X), nota con il nome di Pantegni (L’arte universale), una raccolta di tutte le conoscenze teoriche e pratiche della medicina, divisa in due parti: la Theorica, dedicata all’abate Desiderio, e la Practica, entrambe in 10 libri. In quest’ultima, assemblaggio di vari trattati medici piuttosto che fedele traduzione del testo di al-Magˇu¯sı¯, pare che Costantino sia stato autore solo di qualche libro, mentre gli altri sono generalmente attribuiti al suo allievo Giovanni Afflacio; la stessa opera fu tradotta letteralmente da Stefano di Antiochia (1127 ca.) in forte contrasto, come appare dalla sua prefazione, con il monaco cassinese (Falkenhausen 1984; Burnett-Jacquart 1994). La Theorica tratta delle cose naturali (elementi, complessioni, umori, membra, funzioni, azioni e spirito), delle cose non naturali (aria/ambiente, moto/quiete, cibo/bevande, sonno/veglia, replezione/inanizione, alterazioni dell’animo) e delle cose contro natura (malattie, loro cause e loro sintomi); la Practica del modo di conservare la salute e di curare le malattie.
L’opera di Costantino, mutila, occupa le cc. 2r-102v (le cc. 1 e 103 sono in realtà delle guardie membranacee); il fascicolo costituito dalle cc. 39-42 è stato aggiunto dopo, probabilmente nella seconda metà del XIII secolo. Il codice è uno dei 255 manoscritti acquistati dal marchese fiorentino Giuseppe Antinori e confluiti in Laurenziana nel 1884.
Si espongono le cc. 32v-33r, relative alla trattazione delle res non naturales.

[E.A.]

Inventario 1884, p. 2; Jacquart 1994, p. 81, nota 27; Manuscripts of the “Pantegni” 1994, p. 321.

Torna su

Home page