BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Ashburnham 1323

20. Ildegarda di Bingen, Physica

Renania, sec. XIV in.
membr.; mm 260 x 200; cc. I, 104, I’
Ashburnham 1323

Ildegarda di Bingen (1098-1179) è una delle personalità più significative del Medioevo tedesco: monaca benedettina, teologa, studiosa di medicina e scienze naturali, autrice di musica e canti religiosi, fu grazie al suo carisma una figura di spicco in campo sia religioso che politico, tanto che divenne consigliera di sovrani e importanti personaggi laici ed ecclesiastici.
Entrata ancora bambina nell’abbazia benedettina di Disibodenberg, nella regione del Reno, fondò durante la sua lunga esistenza, pur segnata da una salute cagionevole, i monasteri di Rupertsberg e di Eibingen. Il processo di canonizzazione, iniziato da papa Gregorio IX, non fu mai portato a compimento, ma dal XIII secolo iniziò a essere venerata come santa.
Di lei ci restano numerose opere profetiche, teologiche, scientifiche e musicali, e un ricco epistolario.
Il Liber subtilitatum diversarum naturarum creaturarum, composto fra il 1151 e il 1158, fu col tempo smembrato in due: il Liber simplicis medicinae, generalmente noto come Physica, e il Liber compositae medicinae, più conosciuto come Causae et curae.
La Physica, un trattato di scienze naturali e di medicina ragionata, è costituita da nove libri: nel primo sono descritte più di duecento piante, nel secondo gli elementi (fuoco, aria, acqua e terra), nel terzo gli alberi, nel quarto le pietre, nel quinto i pesci, nel sesto gli uccelli, nel settimo i quadrupedi, nell’ottavo i rettili e nel nono i metalli. La tradizione manoscritta conta soltanto cinque esemplari completi di quest’opera, che fu edita per la prima volta nel 1533 a Strasburgo da Jan Schott.
Il manoscritto laurenziano contiene l’opera alle cc. 1r-98v; seguono ricette, indice e glossario. Probabilmente prodotto in Renania, ebbe successivamente vari passaggi di proprietà. Fu presso l’abbazia di San Mattia a Treviri, come testimoniato dalle note a c. Iv, quindi fu probabilmente venduto nel 1384 ad Aquisgrana dal chirurgo Wydo al chirurgo Wilhelmus (si veda la nota a c. 104v), forse Guillaume de Ries, dottore in medicina nominato nel cartulario di Notre-Dame di Parigi. Nel 1795 risulta di proprietà del veterinario Jean-Baptiste Huzard, la cui nota di possesso figura a c. 1r; infine lo acquistò Guglielmo Libri, la cui raccolta, poi venduta a Lord Bertram, IV conte di Ashburnham, fu acquistata nel 1884 dal governo italiano.
Si espone la c. 1r con l’incipit dell’opera.

[A.R.F.]

Catalogue 1853, n. 1323; Relazione 1884, p. 59; Moulinier 1995, pp. 50-51; Ildegarda, Physica, ed. Müller-Schulze 2008.

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