BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

 

Strozzi 67
Strozzi 67

5. Apicio, De re coquinaria

Firenze, sec. XV
membr.; mm 222 x 142; cc. 50
Strozzi 67

Le notizie sulla vita di Marco Gavio Apicio sono molto scarse. I pochi accenni delle fonti ci informano che frequentò Druso, figlio dell’imperatore Tiberio, e ne collocano la nascita verso il 25 a.C. e la morte negli ultimi anni del regno di Tiberio stesso. A questo personaggio ricco e stravagante è attribuito il più celebre trattato gastronomico latino, il De re coquinaria, in dieci libri: il primo contiene suggerimenti di carattere generale, il secondo è dedicato ai vari impieghi delle carni tritate, il terzo agli ortaggi, il quarto agli alimenti più disparati, il quinto ai legumi, il sesto alla cacciagione e agli animali da cortile, il settimo a vivande particolarmente prelibate, l’ottavo ai quadrupedi, il nono e il decimo al pesce.
Si tratta di un’opera complessa, che contiene incongruenze e ripetizioni, e dall’analisi sia dei contenuti sia della forma risulta composta da più opere che nel tempo hanno subìto aggiunte e modifiche: è quindi ritenuta, nel suo complesso, una rielaborazione che data al V secolo d.C. Inframezzate alle ricette si trovano anche prescrizioni di carattere medico: si consigliano i cibi e le spezie che fanno bene all’apparato digerente e le pietanze da assumere dopo il bagno.
La tradizione manoscritta dell’opera si basa su due testimoni del IX secolo (Biblioteca Apostolica Vaticana, Urb. lat. 1146 e New York, New York Academy of Medicine, 1) e su poco più di venti esemplari del XV secolo. La prima edizione a stampa uscì a Venezia nel 1498.
Copiato dallo stesso scriba del manoscritto Vaticano Urb. lat. 441, il codice laurenziano presenta la prima carta decorata con un fregio a bianchi girari; nel margine inferiore, due putti sostengono una corona di alloro in cui lo spazio destinato allo stemma del possessore è rimasto vuoto. Altre iniziali a bianchi girari ornano gli inizi dei libri e – in formato più piccolo – le varie ricette.
Il manoscritto appartenne alla biblioteca della famiglia Strozzi, che pervenne in Laurenziana nel 1785.
Si espongono le cc. 3v-4r con notizie su alcuni alimenti (alle pagine seguenti); a fronte la c. 1r con l’inizio dell’opera.

[A.R.F.]

Bandini 1791-1793, II, col. 402; Milham 1967, p. 282; Apicio, ed. André 1974, p. XXXI; De la Mare 1985, p. 551.

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