BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 82.7
Pluteo 82.7

 

2. Platone, Dialogi

Firenze, sec. XV seconda metà
membr.; mm 385 x 365; cc. II, 398, I’
Pluteo 82.7

Il codice, dedicato a Lorenzo di Piero de’ Medici (1449-1492) insieme al Pluteo 82.6 che ne costituisce la prima parte, contiene la seconda sezione della traduzione ficiniana dei dialoghi platonici, ognuno preceduto dal relativo «argumentum» (Apologia di Socrate, cc. 1r-12v; Critone, cc. 13r-17v; Fedone, cc. 18r-43v; Menone, cc. 44r-50r; Repubblica, cc. 51r-166r; Timeo, preceduto dal Compendium, cc. 167r-220r; Crizia, cc. 221r-228v; Leggi, cc. 229r-363r; Epinomide, cc. 363r-372r; Epistole, cc. 373r-398r).
Come il Pluteo 82.6, è scritto in bastarda all’antica dalla stessa mano che verga anche il Pluteo 82.15 – una raccolta di traduzioni neoplatoniche sempre di Marsilio Ficino (1433-1499) e ugualmente destinata al Magnifico – ed è illustrato da Attavante degli Attavanti (1452-1525 ca.), che decora tutte le iniziali in foglia d’oro, su colore quelle degli argumenta e su fregi floreali quelle dei dialoghi, con due carte interamente miniate in apertura (cc. IIv-1r): da un lato un medaglione con i titoli, principale e secondari, dall’altro un ricco fregio ai margini oltre allo stemma mediceo dalla palla gigliata.
Affrontato da Platone (428/427-348/347 a.C.) in varie parti delle sue opere (per esempio Fedro, 268a-272c; Protagora, 322c, 354a; Repubblica, III, 405a-408c; Simposio, 214b7), il tema della téchne iatriké subordina, di massima, la salute individuale ai superiori interessi dello Stato e orienta alla pura efficacia pragmatica l’attività dei medici, pur concedendo che vi possano essere una qualità della vita e un’utilità sociale anche in persone non perfettamente integre e fisicamente efficienti.
È tuttavia il Timeo (cc. 194r-220r) il dialogo in cui maggiormente viene trattato e articolato l’argomento, inquadrandolo in un’ottica olistica in cui sono armonicamente coinvolti anima e corpo, che vanno ambedue esercitati (88b) con il ricorso alla ginnastica o alla forza terapeutica della musica, lasciando spazio all’azione dei farmaci solo nei casi di assoluta necessità (89b). Il dialogo ebbe una influenza determinante e servì a trasmettere all’alto Medioevo quanto questo conobbe della scienza antica, rimanendo nei secoli un breviario di sapienza, medicina compresa.
Si espone la c. 1r con l’«argumentum» dell’Apologia di Socrate.

[I.G.R.]

Bandini 1774-1778, III, coll. 191-192; Marsilio Ficino 1984, p. 116, n. 89.II.

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