BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Conventi Soppressi 148/2

19. Taddeo Alderotti, Libello per conservare la sanità

Italia, sec. XV metà
cart. e membr.; mm 218 x 143; cc. IV, 172, III’
Conventi Soppressi 148/2

Il codice, conosciuto come Zibaldone Andreini dal nome di uno dei possessori, Andrea Andreini, che si firma a c. IVv, contiene una miscellanea di testi volgari, tra i quali il «Libello per chonservare la santà del chorpo» (cc. 45r-47r). L’autore di questa breve operetta si rivela nel titolo – «maestro Tadeo da Firenze, dotore di medicina in Bologna» – ed è identificabile con Taddeo Alderotti (1223-1295). Di umili origini, l’Alderotti si dedicò agli studi in età già avanzata; dal 1260 esercitò la professione di medico e insegnante allo Studio di Bologna e acquistò notevole fama, tanto che Dante nel Paradiso lo cita come uno dei massimi maestri di medicina della sua epoca. Fu uno dei primi commentatori di Ippocrate e Galeno, tradusse l’Etica Nicomachea di Aristotele, e a lui si deve la riscoperta della medicina antica e l’applicazione del metodo scolastico. Compose numerose opere, la più importante delle quali è costituita dai Consilia, con cui aderì a questo nuovo genere letterario: vi sono esaminati 156 casi clinici, seguiti dal parere medico, le misure profilattiche e i trattamenti dietetici e terapeutici.
Il Libello, composto nel 1293 e dedicato all’amico Corso Donati, nobile fiorentino, fu tradotto in latino dallo stesso Alderotti. L’autore fornisce consigli di ordine pratico sull’igiene personale, sui comportamenti dietetici (indicando i cibi più adatti alla varie ore del giorno) e sulle misure di prevenzione da adottare nelle diverse stagioni dell’anno.
La prima edizione latina fu stampata a Bologna da Domenico de’ Lapi nel 1477 in appendice al De conservatione sanitatis di Benedetto da Norcia (IGI 1463; si veda la scheda 36). Un’edizione successiva esemplata sul codice laurenziano è quella di Giuseppe Manuzzi del 1863.
Appartenuto alla biblioteca del convento della Santissima Annunziata di Firenze, il manoscritto pervenne in Laurenziana nel 1809 in seguito alla soppressione napoleonica delle corporazioni religiose.
Si espone la c. 45r con l’inizio del Libello.

[A.R.F.]

Del Furia 1846-1858, II, cc. 235r-244v; Alderotti, Libello, ed. Manuzzi 1863, pp. III-IV; Bertolini 1982, pp. 697-705.

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