BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 75.8

11. Galeno, De compositione medicamentorum; Diocle, De tuenda valetudine

sec. XV
cart.; mm 218 x 139; cc. II, 465
Pluteo 75.8

Il codice, vergato in minuscola greca su carta occidentale, presenta natura composita: a una sezione centrale contenente il De compositione medicamentorum di Galeno (cc. 10r-397v), mutilo, ne sono state aggiunte altre due, una alle cc. 398r-440r a completamento di Galeno e l’altra alle cc. 1r-8v e 442r-465r, comprendente estratti da testi medici di Aezio Amideno, Dioscoride e altri, oltre alla lettera di Diocle al re Antigono De tuenda valetudine.
A c. 398r, in una sottoscrizione datata 15 giugno 1487, Angelo Poliziano (1454-1494) ricorda di avere acquistato il codice dagli eredi del suo amico Paolo dal Pozzo Toscanelli, il physicus Florentinus laureatosi in medicina a Padova e morto nel 1482, che aveva coltivato diverse scienze e intrattenuto rapporti con Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi e Cristoforo Colombo. In effetti, come ha ricostruito Alessandro Perosa, al momento del suo acquisto da parte di Poliziano il codice comprendeva solamente la sezione contenente il Galeno mutilo, mentre non è possibile accertare se il suo completamento e i fogli iniziali e finali con i diversi estratti di argomento medico siano stati aggiunti per volontà di Poliziano o da un successivo possessore del manoscritto.
È fuori discussione invece l’interesse nutrito da Poliziano per gli scritti di medicina. Nella Lamia (1492), prolusione a un corso sugli Analytica priora di Aristotele, l’umanista precisa che è compito del grammatico esaminare l’opera di ogni genere di scrittore – poeta, storico, oratore, filosofo, medico o giurista che sia. Dal suo epistolario, dalla sua stessa opera e dall’esame dei codici trascritti in tutto o in parte per suo conto o da lui collazionati o postillati (come nel manoscritto in esame) emerge inoltre con molta evidenza una sua specifica curiosità medica (Garzya). Già nel 1473 aveva inserito un excursus sulla febbre nell’Epicedio in morte di Albiera degli Albizzi, poco dopo aveva descritto assai realisticamente la scabbia e, con il tempo, si era sempre più concentrato sull’analisi di Galeno e secondariamente di Ippocrate, considerati i due maggiori rappresentanti della medicina antica; il De compositione medicamentorum di Galeno, del resto, gli offriva materiali preziosi nel campo della terminologia medica. Non sorprende quindi che dagli eredi Toscanelli Poliziano abbia acquistato un altro esemplare di quest’opera – il Pluteo 75.17, completo, che egli lesse e postillò nelle parti mancanti dal Pluteo 75.8 – e che alla sua morte (1494) l’inventario dei suoi libri contasse quattordici codici di medicina, di cui ben dieci contenenti Galeno. Il codice entrò poi nella collezione medicea per intervento di Giano Lascaris.
Si espone la c. 458v recante l’incipit del De tuenda valetudine di Diocle.

[S.M.]

Bandini 1764-1770, III, coll. 153-155; Perosa 1980, passim e part. pp. 77-83; Wilson 1992, pp. 108-109; Firenze e la scoperta dell’America 1992, p. 143; Garzya 1994; Branca 2004.

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