BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 73.43
Pluteo 73.43

28. Rhazes, Liber medicinalis Almansoris,
volgarizzamento attribuito a Zucchero Bencivenni (con interpolazioni)

Firenze, sec. XIV prima metà
membr.; mm 325 x 230; cc. IV (cart.), 147, IV’ (cart.)
Pluteo 73.43

Questo elegante volume, esemplato su due colonne da un’unica mano, contiene il volgarizzamento del Liber medicinalis Almansoris di Rhazes (864?-930?) attribuito al notaio fiorentino Zucchero Bencivenni (cc. 7rA-142vA, con tavole dei capitoli premesse), seguito dal De speciebus lapidum di Marbodo di Rennes in una traduzione ascritta anch’essa al Bencivenni, se pur con qualche dubbio (Ciccuto). La paternità del volgarizzamento poggia sull’acrostico che forma il nome ÇVKEROBENCIVENNI alla fine del testo (c. 142v); il nome del notaio non compare in nessun altro codice che tramanda l’opera. Ma ci sono altre questioni ancora aperte. Non è chiaro infatti se la traduzione sia stata condotta sulla versione latina di Gherardo da Cremona o dipenda da un intermediario francese, poiché le indicazioni che si ricavano dal codice sulla fonte del volgarizzamento sono discordanti. Stando a quanto si legge nella rubrica di c. 7r, il libro di Rhazes sarebbe stato «traslatato per lo maestro Gherardo Kermonese intolletto di lingua Arabicha in Latina», mentre in calce al testo e prima dell’acrostico si legge che fu «traslatato di francescho in volghare» nel mese di maggio del 1300. Il testo qui proposto, inoltre, senza prendere in considerazione le glosse marginali, non sarebbe la semplice traduzione del libro di Rhazes, come dichiarato nelle rubriche, ma un assemblaggio di più testi – l’Almansore attribuito al Bencivenni e la traduzione in volgare fiorentino del Régime du corps di Aldobrandino da Siena (si vedano le schede 22-25) – realizzato probabilmente per avere in un unico volume un’enciclopedia medica completa (Piro 2006, pp. 205-206).
Ricco l’apparato decorativo, che comprende quattro grandi miniature distribuite sulla c. 6v, illustranti Rhazes nell’atto di offrire la sua opera al re Almansor e impegnato nell’esame delle urine, del capo e dei polsi. A c. 7r Rhazes compare nell’iniziale figurata all’inizio del prologo e insieme ai suoi discepoli nel medaglione miniato sul bordo. Iniziali ornate scandiscono gli incipit di ciascun libro, iniziali rosse e blu filigranate gli incipit dei capitoli; disegni a penna a illustrazione del testo sono presenti nei margini delle cc. 29r-31r, 34r, 36r-v.
Del «conservamento de la sanitade» si parla nel libro IV, che inizia a c. 49r. Nei 31 capitoli si tratta, fra l’altro, del «giovamento et nocimento» del sonno (c. 49vB), del «tòrre sangue», del «purghare il corpo» (c. 54rA-B), del «bagno» (c. 57vB), del «regimento del mangiare» e «del bere» (cc. 50rA e 51rA), del «conservamento» dei denti e degli occhi (cc. 58rB e 58vB, 59rB).
Si espongono le cc. 6v-7r con miniature raffiguranti Rhazes (alle pagine seguenti); a fronte la c. 49r con l’incipit del quarto libro.

[E.A.]

Bandini 1774-1778, V, coll. 281-283; Ciccuto 1980, p. 155, nota 2; I luoghi della memoria 1994, p. 165, n. 43; Jones 1997, pp. 46, 47, fig. 36; Piro 2006.

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