BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Ashburnham 922

18. Antonio Benivieni, De peste

Italia centrale, sec. XV seconda metà
cart.; mm 250 x 140; cc. III, 33, I’
Ashburnham 922

Il codice comprende due sezioni: la prima alle cc. 1r-25v, contenente il De peste di Antonio Benivieni, e la seconda alle cc. 26r-32r, con estratti dal Dittamondo di Fazio degli Uberti. Nella prima è riconoscibile la mano dello stesso autore del testo, il medico fiorentino Antonio Benivieni (1443-1502), unanimemente riconosciuto come il precursore dell’anatomia patologica, e nella seconda quella dell’umanista fiorentino Bartolomeo della Fonte (1446-1513), che aggiunge alcune note anche nella prima.
Albinia de la Mare (1976) ha ipotizzato che il manoscritto appartenesse alla biblioteca di Francesco Sassetti (1421-1490), umanista e banchiere di fiducia dei Medici, e che più specificatamente in esso fosse riconoscibile la copia di dedica preparata dall’autore per l’ultimo dedicatario dell’opera, ossia il Sassetti stesso. Del De peste (o De pestilentia) di Benivieni esistono infatti altri due testimoni autografi, i codici Ashburnham 781, anch’esso in Laurenziana, e il Palatino 929 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. I tre codici testimoniano le diverse fasi della redazione dell’opera, che fu dedicata a Lorenzo il Magnifico, a Donato Acciaioli e, a seguito della morte improvvisa di quest’ultimo (28 agosto 1478), a Sassetti.
L’opera si colloca nel filone dei Consilia, ossia dei trattati igienico-profilattici composti in occasione delle grandi epidemie, come quella che scoppiò a Firenze nell’estate del 1478, perdurò fino al 1479 e ispirò anche la composizione del Consilio contro la pestilentia di Marsilio Ficino (si veda la scheda 17). Pur collocandosi nella tradizione degli studi medico-filosofici di Avicenna e di Galeno, il trattato di Benivieni è alquanto originale, dal momento che sembra rifarsi principalmente al modello boccaccesco del Decameron: grande importanza viene data infatti alla pratica di uno stile di vita lieto per scongiurare il pericolo del contagio. Similmente a Ficino, invece, Benivieni sottolinea l’importanza dell’uso corretto dell’immaginazione, per allontanare i pensieri di morte che abbattono lo spirito e lo indeboliscono.
Il codice è pervenuto in Laurenziana nel 1884 a seguito dell’acquisto della collezione Ashburnham da parte dello Stato italiano.
Si espone la c. 6r recante l’incipit del capitolo Observatio adversus pestilentiam del trattato di Benivieni.

[S.M.]

Relazione 1884, p. 43; Caroti-Zamponi 1974, pp. 73-74; De la Mare 1976, p. 188, n. 79; All’ombra del lauro 1992, pp. 94-95, nn. 2.77, 2.78, 2.79; Katinis 2007, p. 143.

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