BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
    Díaita

 

Pluteo 80.22

 

10. Plutarco, De tuenda sanitate praecepta

secc. XIV e XV
cart.; mm 239 x 161; cc. II (membr.), 332, II’ (membr.)
Pluteo 80.22

La sezione principale del codice (cc. 11r-314v), contenente il testo acefalo e mutilo dei trattati di Plutarco noti sotto il nome complessivo di Moralia e copiata su carta orientale in una minuscola greca attribuibile al XIV secolo, era legata in origine con altri tre manoscritti (Laur. Conv. Soppr. 57; Parigi, Bibliothèque nationale de France, gr. 1680; Roma, Biblioteca Angelica, 63), costituendo così un’imponente silloge di opere di Plutarco presto smembrata.
Il codice appartenne all’umanista Francesco Filelfo (1398-1481), che formò la sua ricchissima collezione di manoscritti greci in occasione di diversi viaggi per l’Italia e di un soggiorno a Costantinopoli durato dal 1421 al 1427; al Filelfo stesso si deve l’aggiunta delle cc. 1r-10v e 315r-323r, dove ha vergato di sua mano il testo mancante dei trattati De exilio e De primo frigido. Alla rete delle conoscenze erudite del Filelfo si deve poi l’aggiunta di altre due sezioni, con interventi di mano di Ciriaco d’Ancona (cc. 323v-327r) e Demetrio Sguropulo (cc. 327v-332v): mentre quest’ultimo è responsabile dell’aggiunta di un altro trattato dei Moralia, la Consolatio ad uxorem, a Ciriaco si deve una splendida raccolta di iscrizioni in alfabeto greco e latino che gode naturalmente di una particolare importanza nella storia degli studi epigrafici umanistici.
Tra i diversi trattati presenti nel manoscritto, tutti variamente postillati dal Filelfo, interessano in questa sede i De tuenda sanitate praecepta (cc. 44v-60r), dove Plutarco intende perseguire due obiettivi, entrambi di natura pedagogica e strettamente correlati. Innanzitutto vuole spronare “filosofi” e “politici” ad apprendere nozioni di medicina “pratica”, ad adottare uno stile di vita più sano e ad evitare per quanto possibile la malattia. In secondo luogo mira ad impartire un insegnamento morale: per conservare la salute occorre prendere le distanze da ogni impulso irrazionale o convenzione sociale che spingano a comportamenti nocivi. In particolare Plutarco esorta a perseguire la moderazione, la frugalità e l’autocontrollo, promuove una visione olistica dell’uomo e delle sue componenti materiali e spirituali e auspica la pratica di una sorta di “terapia morale” a difesa dell’anima dalle passioni e dai comportamenti autodistruttivi.
L’ingresso del codice nella collezione medicea si deve all’acquisto della biblioteca del Filelfo voluto da Lorenzo il Magnifico.
Si espone la c. 44v recante l’incipit dei De tuenda sanitate praecepta.

[S.M.]

Bandini 1764-1770, III, coll. 210-212; Bodnar 1960, pp. 55-57, nota 2; Repertorium 1981, p. 72; Rizzo 1984, p. 233; Manfredini 1987, p. 1038; Eleuteri 1991, pp. 172-173; Caballero 2000, p. 162.

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