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Nel periodo più antico, nel mondo greco, fu usata una scrittura maiuscola in varie tipologie (di stile severo, biblica, alessandrina, ogivale diritta o inclinata).
La minuscola venne introdotta tra i secoli VIII-IX d.C. e anch’essa presenta forme diverse, di cui le più note, fino al secolo XV e talora anche oltre, sono, a seconda delle varie epoche e aree geografiche, la minuscola della collezione filosofica, quella di tipo Anastasio, la bouletée (n. 28), la Perlschrift (n. 21), la Fettaungenmode, la mimetica, quella stile ton Hodegon e, in uso in particolare nell’Italia meridionale di cultura greca, la minuscola ad asso di picche, gli stili niliano, di Rossano e di Reggio, la barocca otrantina.
Anche nel mondo latino la prima forma di scrittura fu maiuscola, la cosiddetta capitale (quadrata o rustica), che, a partire dal II-III secolo d.C., venne affiancata da tipologie minuscole o miste di forme maiuscole e minuscole, come l’onciale e la semionciale, mentre nel Medioevo si strutturarono numerose scritture nazionali e locali (le minuscole insulare, visigotica, merovingica, retica, alamannica, beneventana). Tra i secoli IX-XI, però, tutte vennero sostituite dalla minuscola carolina (nn. 27, 35), che dominò proprio in questo periodo fino a quando, sul finire del secolo XI, cominciò ad irrigidirsi dando vita, tra il XII e il XIII secolo, alla scrittura gotica o littera textualis, diffusa in tutta l’Europa medievale (nn. 22, 29 - 31).
Infine, dopo l’accavallarsi di forme che costituiscono variazioni della gotica (n. 33) o che adattano alle pratiche librarie tipologie di scrittura documentarie (n. 32) o corsive, nasce a Firenze, all’inizio del secolo XV, nell’ambito della nuova cultura dell’Umanesimo e ispirandosi agli antichi manoscritti in carolina, la scrittura umanistica (nn. 23, 34), che si manifesta nelle varietà di rotonda e corsiva, e che costituisce il modello per la nostra attuale forma di scrittura a stampa.
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