27. Cicerone, Miscellanea filosofica Francia (Corbie), sec. IX seconda metà Il codice, composito (cc. 1-40; 41-90), conserva una silloge di opuscoli di Cicerone (De natura deorum,De divinatione,Timaeus,De fato,Topica, Paradoxa Stoicorum, Academica II, Lucullus, De legibus) esemplati in carolina nel fiorente scriptorium dell’abbazia francese di Corbie e riuniti insieme non dopo il secolo X. Come si legge alla c. 1r – «Werinharius episcopus dedit Sanctae Mariae» –, appartenne al vescovo di Strasburgo (1001-1028) Werinharius II, che ne fece dono alla cattedrale della città, nella quale fu poi scoperto e acquistato da Poggio Bracciolini (1380-1459) intorno al 1417-1418. In seguito ne entrò in possesso Niccolò Niccoli (1364 ca.-1437), nel cui inventario compariva al n. 178, per poi passare, dopo lamorte dell’umanista, nella biblioteca dei Domenicani di San Marco, collocandosi nel «XXIII° banco ex parte occidentis», e proprio in questo periodo Angelo Poliziano (1454-1494) lo collazionò per il De natura deorum e il De divinatione con l’edizione veneziana del 1471 di Vindelino da Spira (GW6902; IGI 2878). L’ultima tappa sarà la Laurenziana, dove arrivò con le soppressioni conventuali napoleoniche del 1809. Due soleminiature decorano, con puro valore ornamentale, ilmanoscritto: quella che arricchisce la lettera Q (c. 1r), con due medaglioni ai lati che incorniciano due volti non identificabili, inserita sotto una grande arcata a tutto sesto sorretta da colonne con capitelli corinzi di sapore eusebiano, e quella dellaM(c. 51va) posta all’inizio del Timeo, entrambe inquadrabili nel più generico influsso insulare presente nello scriptorium corbiense anche a livello grafico. Si espone la c. 1r con l’incipit del De natura deorum di Cicerone. Torna Su |
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