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A partire dalla fine del I secolo d.C. il rotolo comincia ad essere sostituito da una nuova forma di manoscritto, il codice, la cui origine va collocata a Roma e nel mondo romano sul modello delle tavolette riunite in polittici. Quando alle tavolette furono sostituiti fogli di pergamena (nn. 18, 20) o di papiro (nn. 17, 19) si ebbe il nuovo libro in forma di codice.
Il successo del codice fu assicurato da diversi fattori, fra i quali il risparmio della materia scrittoria, giacché il codice veniva scritto sulle due facce della pagina; l’elevata praticità di maneggio e d’uso, in quanto poteva essere tenuto e letto con una sola mano o su un comodo leggio; la capienza, poiché il codice era capace di racchiudere un’estensione testuale assai più ampia di quella del rotolo; la struttura a pagine, che ne agevolava la lettura e la consultazione, e permetteva di ritrovare facilmente determinati passi o di ritornare a leggerli. Tra il tardo I secolo e il IV il manoscritto in forma di codice si diffuse in tutto il mondo greco-romano e alla fine del IV la definitiva sostituzione del codice al rotolo era in sostanza compiuta.

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