33. Miscellanea latina (autografo di Giovanni Boccaccio) Firenze?-Napoli-Romagna, sec. XIV Il manoscritto contiene un’antologia di autori latini classici e medievali, testimonianza dei più eclettici e singolari interessi culturali del Boccaccio, che appronta e verga il manoscritto in tempi e circostanze diversi. Il volume comprende, tra l’altro, l’Expositio sermonum antiquorum di Fulgenzio (cc. 1r-3r), le Satirae di Persio (cc. 4r-16v), alcuni testi dell’Appendix Vergiliana (Culex e Dirae, cc. 17r-27v; Priapea, cc. 39r-45v), l’Ibis (cc. 46v-49r) e gli Amores (cc. 49v-59r) di Ovidio, il Megacosmus et Microcosmus di Bernardo Silvestre (cc. 59v-67r), le commedie medievali Geta di Vitale di Blois (cc. 67v-69r), Alda di Guglielmo di Blois (cc. 69v-71v) e Lidia di Arnolfo d’Orléans (cc. 71v-73v), una raccolta di sentenze e vari versi dall’Anthologia Latina. La straordinaria importanza della raccolta è dovuta anche al fatto che alcuni testi minori ivi presenti sono tramandati solo da questo o da pochissimi altri manoscritti; valgano come esempi il tetrastico in onore di san Miniato (c. 3v), la Lamentatio Bertoldi, centone scolastico di citazioni classiche e mediolatine (ibid.), e l’unico frammento rimastoci del poema di Lovato Lovati su Tristano e Isotta (c. 46r), altrimenti sconosciuto. La mano del Boccaccio è stata identificata non solo nel testo, ma anche nelle numerose annotazioni marginali e interlineari, che costituiscono una testimonianza anche della sua vena grafica e decorativa: nei margini di c. 4r le glosse sono disposte in modo da formare un “versatoio”, un fiore, una foglia a tre lobi (margine sinistro) e altre forme geometriche. Autografe anche le maniculae in una varietà di gesti e posizioni (a c. 12v è anche visibile una manica con tre bottoni). Le vicende del codice si intrecciano con quelle del famoso Zibaldone Laurenziano (Plut. 29.8); i due manoscritti, un tempo uniti, sono entrambi confezionati in parte con fogli palinsesti provenienti da un graduale del XIII secolo in scrittura beneventana. Il codice appartenne al letterato e canonico della basilica fiorentina di San Lorenzo Antonio Petrei (1498-1570), come si legge nella nota di possesso di c. IVr (ma Vr) e in quella erasa di c. 1r, e confluì nella Biblioteca Laurenziana, insieme ad altri suoi diciannove manoscritti, nel terzo quarto del secolo XVI. Si espone la c. 4r con l’incipit delle Satirae di Persio. Torna Su |
Copyright © Biblioteca Medicea Laurenziana |
---|