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 Quando si parla di manoscritti in forma di rotoli di età greca e romana (dal IV secolo a.C. al IV d.C.) si fa in genere riferimento a rotoli di papiro (n. 16): i fogli ricavati dalla pianta, formati da sottili strisce sovrapposte, pressate ed essiccate al sole, venivano congiunti lateralmente mediante incollature, fino a formare rotoli. La scrittura, priva di suddivisione, così che il senso dello scritto emergeva dalla lettura a voce alta, la più diffusa nel mondo antico, veniva disposta in colonne, l’una accanto all’altra. Una volta scritto, l’esemplare veniva o avvolto intorno a bastoncini o arrotolato, senza alcun dispositivo, intorno alla sezione iniziale strettamente attorta e agglutinata. Per leggere il testo si prendeva il rotolo nella mano destra e lo si svolgeva progressivamente con la sinistra, la quale ne avvolgeva e tratteneva la parte già letta; a lettura ultimata il rotolo restava tutto avvolto nella sinistra, sì che per una nuova lettura occorreva riavvolgerlo tornando all’inizio dell’opera contenuta. 
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