» Gli antichi materiali scrittori 
 
 
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 I più antichi libri manoscritti conservati, riferibili al tardo IV secolo a.C., sono rotoli (volumina) di papiro, la materia scrittoria vegetale ricavata dall’omonima pianta (nn. 8 - 15) e introdotta in Grecia dall’Egitto fin dall’epoca più antica. Prima che il papiro fosse adoperato come normale materia scrittoria in Grecia per la manifattura del rotolo, sembra che i testi letterari fossero fissati con tecnica in genere a sgraffio su supporti scrittori duri o pesanti, come strisce di pelle, placche di scisto, lamine di piombo (n. 7), tavolette cerate (nn. 5 - 6), ostraca (nn. 1 - 4), vale a dire cocci. Di tutti questi materiali solo le lamine plumbee, le tavolette cerate e gli ostraca continuarono ad essere adoperati a lungo, anche oltre l’età arcaica, ma con funzioni diverse: le lamine per testi misterici o magici, le tavolette per scritture occasionali e provvisorie o per documenti, gli ostraca per esercizi scolastici ed altri usi contingenti. 
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