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L'Europa riscopre i suoi antichi libri nascosti

Esempi di risultati

Napoli, Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III", ex Vind. gr. 15, cc. 66v e 80r.

c. 66v a luce naturale c. 66v elaborata
I libri destinati alle pratiche liturgiche erano soggetti a danni conseguenti all'uso e a periodici rinnovamenti, motivo per cui, di frequente, li ritroviamo tra i materiali di reimpiego.
La maggior parte di questo codice è ricavata da un manoscritto del sec. XI, di area provinciale, forse italo-greca, con un Commentario al Nuovo Testamento, di cui rimangono anche le iniziali delineate a inchiostro e verosimilmente pennellate di rosso. La sola c. 80 è invece ricavata da un libro liturgico in maiuscola ogivale inclinata.
Queste carte sono state utilizzate sullo scorcio del sec. XIV, in Terra d'Otranto, per scrivere il poema epico-lirico Alessandra di Licòfrone di Cálcide (aa. ca. 325-250 a. C.), accompagnato dal Commentario di Giovanni Tzetzes (aa. 1110-1180 ca.): le parti in versi si alternano a quelle in prosa anche all'interno di una singola pagina.
Alla c. 66v leggiamo i vv. 1099-1116: rievocano l'uccisione di Agamennone, non a mensa, ma nel bagno, dove Clitemnestra lo avvolge in una veste chiusa nelle maniche e nel collo, così da impedirne la vista e il movimento delle mani.
c. 80r a luce naturale c. 80r elaborata
Alla c. 80r i vv. 1451-1472 del poema che termina sul verso.
A margine di entrambi le carte si riconoscono i lemmi latini della mano dell'umanista calabrese Aulo Giano Parrasio (aa. 1470-1533), che si procurò probabilmente il libro durante la permanenza a Lecce presso la scuola di Sergio Stiso, dopo il 1483: non si può escludere che si tratti di un dono del maestro.
Il Licofrone passò in seguito, per legato testamentario, ad Antonio Seripando, indi al fratello di questi Girolamo, generale dell'ordine degli Agostiniani e, successivamente, alla biblioteca del convento di San Giovanni a Carbonara di Napoli. Nel 1718 fu incluso nel lotto di libri trasferiti alla Hofbibliothek di Vienna. Fu restituito all'Italia in seguito al trattato di Saint Germain e dal 1923 è conservato alla Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli.
Il manoscritto costituisce una tipica testimonianza di riconversione di materiali in area eccentrica di cui la Terra d'Otranto ci ha conservato tanti esempi.
Maria Rosa Formentin