» Introduzione

» Crediti

Manoscritti miniati del Nuovo Testamento
(dal saggio di Jeffrey C. Anderson)

» » »

Le copie del Nuovo Testamento sovrastano per numero quelle di qualunque altro scritto antico o medievale copiato a Bisanzio. Del Nuovo Testamento sopravvivono ben oltre tremila cinquecento manoscritti. Le Scritture circolavano di solito in raccolte di unità collegate fra di loro. A Bisanzio, le due raccolte neotestamentarie più comuni erano i quattro Vangeli (il Tetraevangelion) e gli Atti degli apostoli copiati insieme alle Epistole cattoliche e paoline (il Praxapostolos). Fa caso a sé l’uso liturgico dei Vangeli al quale nel Medioevo si supplì con la ri-edizione nota come lezionario (evangelistarion).I manoscritti esposti in mostra rivelano quanto possono esser differenti nell’aspetto esteriore libri che hanno esattamente il medesimo contenuto. Queste differenze portano a divisioni in categorie secondo vari criteri guida. Uno è il formato. Le copie dei Vangeli fatte per la lettura privata, quando il libro era tenuto in grembo tendono a essere piccoli, come il Laur. Plut. 6.14, mentre un lezionario dei Vangeli, che viene posto sul leggio per essere cantato in pubblico deve essere più grande (Laur. Plut. 6.31, Libri dei Vangeli fatti per lo studio di eruditi, richiedendo estese annotazioni, possono anche aver bisogno di un formato maggiore.

Una seconda categoria di differenze è quella della scrittura, la quale varia non solamente con il periodo in cui il libro fu copiato, ma anche con il suo contenuto e il suo uso principale. Nel suo primo secolo di impiego diffuso nei libri, il X secolo, la minuscola prende una vasta varietà di forme, alcune altamente calligrafiche (Laur. Plut. 4.29), ma, entro la metà del secolo XI, le Scritture sono generalmente copiate con mano semplice e abbastanza tradizionalista.
Il lezionario Med. Palat. 244, della seconda metà del secolo XI, è un esempio in cui le lettere sono eccezionalmente grandi e sono scritte interamente in oro come segno dello status del libro e della munificenza del donatore.
Infine, c’è l’illustrazione. Diversamente dalle copie delle opere letterarie antiche, che raramente hanno illustrazioni, o degli scritti scientifici e didattici che richiedono solo disegni a penna, i manoscritti biblici e omiletici possono essere illustrati lussuosamente a colori. Il tipo più comune di illustrazione di manoscritti è il ritratto d’autore. Cinque dei manoscritti esposti contengono immagini degli evangelisti, e tutti si conformano a quello che è un numero di composizioni di base relativamente limitato, quantunque permettano un’ampia gamma di piccole varianti. I ritratti degli evangelisti sono stati paragonati a quelli dei filosofi antichi, ma è bene ricordare che il filosofo non era immaginato come un uomo che poneva la penna su di un papiro; lo si pensava, piuttosto, come un maestro che conversava con i suoi studenti, a volte mostrati seduti attorno a lui. Nell’arte medievale l’autore è seduto di solito davanti a uno scrittoio, figura solitaria momentaneamente intenta a pensare o apprestarsi a scrivere.