La Biblioteca in mostra: animali fantastici
Animali fantastici è la prima di una serie di esposizioni tematiche che la Biblioteca Medicea Laurenziana organizzerà a partire dalla primavera del 2007 allo scopo di far conoscere anche al più ampio pubblico la ricchezza, la varietà e l’interesse delle proprie collezioni librarie, manoscritte e a stampa.
La Biblioteca, scegliendo di volta in volta un argomento conduttore attorno al quale aggregare gli oggetti da esporre, “si metterà in mostra” e scoprirà così particolari e curiosità dei suoi tesori. Animali fantastici, in particolare, costituisce una carrellata di 19 manoscritti e di 9 libri a stampa databili tra i secoli XII ex. e XVIII, in latino, greco, volgare e persiano, originari dall’Italia, Francia, Olanda e Iran e provenienti da diversi fondi della Biblioteca, il cui motivo di interesse è rappresentato, almeno in questa sede, dalla presenza nelle pagine di raffigurazioni, a vario titolo, delle più svariate creature immaginarie.
Sirene, satiri, draghi, centauri, fenici, unicorni, basilischi, cavalli alati, grifoni e minotauri di ogni foggia e fattura spiegano, animano o abbelliscono i testi, le iniziali, i margini, gli ex libris e le marche tipografiche dei volumi esposti.
Queste figure zoomorfe, attinte dalla mitologia classica e spesso arricchitesi in un secondo momento di significati e di valenze cristiane, hanno costituito per gli artisti che le hanno miniate o incise sulle matrici tipografiche, uno splendido banco di prova: da quelle che illustrano più o meno fedelmente il testo, quali la raffigurazione dei primi versi dell’Ars poetica oraziana del mostro alato nel Plut. 34.12 o il basilisco dell’Hortus sanitatis della cinquecentina 22.3.1, a quelle che riecheggiano motivi antiquari, quali i centauri nella pagina araldica del Plut. 79.1 appartenuto all’umanista Francesco Sassetti; da quelle con valenza allegorica, come gli unicorni che trainano il carro nel Trionfo della Castità dello Strozzi 174 e del Med. Pal. 72 miniato dall’artista fiorentino Apollonio di Giovanni, più comunemente associato alla decorazione di cassoni nuziali a quelle che magari con il testo non hanno alcuna relazione vera o apparente, ma che sono funzionali alla decorazione della pagina o all’identificazione del tipografo (il grifone dell’In somnium Scipionis di Macrobio, ad esempio, stampato da Giovanni Griffio il vecchio (cinquecentina 15.F.6.11).
Festa per gli occhi, quasi un divertissement, questa esposizione invita tutti, grandi e piccini, a tuffarsi nel mondo dell’immaginario, a convivere per qualche istante con questi simboli arcani eppure familiari e a goderne la dirompente vitalità.
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