Una raccolta oraziana
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 34.12
sec. XII ex.
Il manoscritto, copiato in Italia in littera textualis, contiene una raccolta di opere di Orazio (Carmina, Epodon liber, Carmen saeculare, Ars poetica, Sermones, Epistulae) ad uso scolastico. Si espone la c. 61v ove è rappresentata, quale illustrazione dei primi cinque versi dell’Ars poetica che segue nel codice, una creatura fantastica con volto di donna, collo equino, ventre, zampe, ali di uccello e coda di pesce senza corrispondenti nella mitologia classica. Il mostro, infatti, venne inventato dal poeta quale esempio di pittura abnorme e, pertanto, ridicola allo scopo di stimmatizzare qualsiasi produzione artistica che non fosse contenuta nei limiti della ragione. La creatura godette di una larga diffusione e si riscontra in molti codici oraziani a partire dall’XI secolo: non tutti gli esempi, tuttavia, presentano la ricchezza di particolari della figura nel codice laurenziano, dove si notano, tra l’altro, sul viso e attorno a una treccia, lettere che formano la parola CAMENA (Musa, Poesia).