35. Bibbia Italia centrale (Toscana), sec. XII in. Tra le Bibbie di formato monumentale – “atlantiche”, come sono state ribattezzate dalla tradizione degli studi – i due volumi della cosiddetta Bibbia di Santa Maria del Fiore (Edili 125-126) costituiscono una testimonianza di pregio eccezionale. Si ignora l’identità del committente del manoscritto, ma almeno dal 1418 è certa la sua presenza tra i codici della sacrestia del Duomo di Firenze, dove rimase sino al 1778, quando venne trasferito nella Biblioteca Laurenziana. L’articolato apparato decorativo della Bibbia – che comprende, secondo una precisa gerarchia funzionale, pagine decorate, pagine illustrate, figure libere nelle colonne di testo, iniziali istoriate e figurate – rimanda a soluzioni iconografiche (il Dio Padre giovane) presenti in Bibbie atlantiche di origine romana (per esempio la Bibbia del Pantheon, Vat. lat. 12958; la Bibbia di Santa Cecilia, Barb. lat. 587; la Bibbia di Todi, Vat. lat. 10405; la Bibbia di Perugia, Biblioteca Comunale Augusta, L 59) e in cicli di affreschi conservati a San Giovanni a Porta Latina, a Roma, e a San Pietro in Valle a Ferentillo (Terni), nonché a modelli pittorici francesi, inglesi, spagnoli e perfino orientali. A giudizio di Timothy Chasson (1979), tuttavia, ciò che distingue il ciclo illustrativo di questa Bibbia è l’insistenza sui motivi della “caduta” dell’uomo e dell’“unzione”, ossia il peccato da un lato e la legittima consacrazione sacerdotale dall’altro. Il programma iconografico si allinea quindi alle istanze riformistiche promosse da Gregorio VII (1073-1085) e dai suoi successori e nella sua complessità induce a credere «all’esistenza di un ideatore che guidò le scelte degli esecutori, sia stato esso il committente, un consigliere teologico o un supervisore », forse ricollegabile all’ambiente intorno al Duomo fiorentino agli inizi del secolo XII (Le Bibbie atlantiche 2000, p. 278). Si espone la c. 212r con vignette che riproducono la visione e la lapidazione di Geremia e iniziali del prologo e del libro di Geremia. Torna Su |
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