BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
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La díaita

L’attenzione allo stile di vita come strategia preventiva ha origini antiche: nel mondo classico, infatti, il termine díaita/diaeta non indicava, come oggi, l’adattamento della razione alimentare allo stato e alle condizioni biometriche dell’individuo, ma aveva un significato più vasto, allargandosi a comprendere tutti gli ambiti che l’uomo avrebbe dovuto pianificare di sua iniziativa, in quanto non determinati in modo automatico dalla natura. L’individuo veniva posto al centro di un sistema molto articolato, in cui interagivano res naturales e res non naturales, elementi cioè interni ed esterni al corpo. La dietetica si occupava di quei fattori che potevano essere influenzati dall’intervento umano, come il rapporto con l’ambiente, l’alimentazione, l’esercizio fisico…

Questi princìpi trovarono compiuta espressione nei Regimina Sanitatis, che si diffusero in Italia tra Medioevo e Rinascimento, arricchendosi progressivamente attraverso il contatto con il mondo arabo, il fiorire degli studi di Medicina, la nascita delle Università: in seguito, il fenomeno si estese a tutto l’Occidente, con i trattati sulla conservazione della sanità, personalizzati e dedicati a personaggi illustri, e i Consilia, prescrizioni mediche e dietetiche destinate a curare una precisa malattia.

I Regimina cominciavano illustrando l’azione esercitata dall’ambiente (aer), per poi trattare cibus e potus, l’esercizio fisico (motus/quies) e gli exercitia svolti per il proprio piacere, somnus/vigilia, inanizione/replezione e accidentes animae. Questi preziosi vademecum, volti a fornire minuziose regole igieniche, dietetiche e farmacologiche per il mantenimento e la conservazione della salute, hanno conosciuto poi larga divulgazione tra le classi borghesi e popolari, come prova l’uso della lingua volgare. Successivamente, vengono prodotti in ambiente universitario e la loro tipologia si modifica: non sono più dedicati a personaggi illustri, ma sono indirizzati a medici, sono molto più generali e sono finalizzati alla formazione del professionista della salute. Mentre si intensifica il processo di scrittura e/o traduzione di testi in volgare, si registra anche un aumento di valore verso il dato dell’esperienza, il particolare, il caso singolo, la prestazione che ha avuto buon esito, la pars practica.

Il carattere originario di questi testi e la loro tensione a una norma in grado di valorizzare il momento preventivo esauriscono progressivamente la loro portata di novità e, dalla fine del Quattrocento, iniziano a diffondersi copie prive di originalità, che restano anonime e che riflettono il processo di “generalizzazione” della letteratura igienica e dietetica medievale: la richiesta è aumentata, ma la qualità e il livello scientifico ne risultano depauperati.

Nel XV secolo, medici celebri scriveranno il loro Regimen direttamente in lingua romanza, a riprova dell’interesse ampio e condiviso di cui questi testi erano oggetto, ma ormai l’avventura del libro a stampa è già iniziata.

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