Nato in Spagna, a Cordoba, nel 1 a. C. o nel 1 d. C., Lucio Anneo Seneca fu portato a Roma quando aveva tra i due e i tre anni e qui ricevette la sua educazione, con un ottimo fondamento retorico anche se i suoi interessi si volsero ben presto verso la filosofia stoica e il suo rigorismo morale. Di fragile costituzione - era soggetto ad attacchi d'asma - intraprese un salutare viaggio in Egitto prima del 30 e, intorno al 34, ritemprato, fece il suo ingresso in politica. Ottenne la questura ed anche molti onori, in Senato, per le sue straordinarie qualità oratorie, ma si procurò pure l'invidia dell'imperatrice Messalina che lo accusò di aver commesso adulterio con la sorella di Caligola, Giulia Livilla. Scampò alla morte con la relegatio nelle asprezze della Corsica, dove rimase per otto anni (41-49) fino a quando ne fu richiamato per intercessione della nuova imperatrice, Agrippina, moglie di Claudio, che lo nominò precettore del giovane figlio Nerone, divenuto, per adozione, il successore designato dell'impero.

Nel 54 Claudio moriva, avvelenato da Agrippina, e Nerone saliva sul trono, tolto a Britannico, l'unico figlio di Claudio, che poi farà uccidere: in questa occasione Seneca scrisse un'originalissima satira politica, il Ludus de morte Claudii o Apocolocyntosis (zucchificazione). Intanto i suoi incarichi politici - pretore nel 50, nel 56 console - e i suoi favori erano notevolmente cresciuti, così come la sua ricchezza, che gli fu anche contestata viste le sue severe concezioni filosofiche; egli inoltre, da precettore, era diventato il più autorevole ed ascoltato consigliere dell'imperatore, di cui riuscì, nel primo periodo di regno, ad influenzare positivamente molti atti, agendo di concerto con il prefetto del pretorio, l'amico Afranio Burro.

A questi anni di miglior governo di Nerone Antonio La Penna attribuisce la produzione del De clementia (55 o 56), del De vita beata (58), del De tranquillitate animi (59) e del De beneficiis (59-62). Ma nel 62 Burro fu avvelenato ed il potere di Seneca si ridusse, tanto che egli decise di ritirarsi a vita privata e di dedicarsi solo agli studi.

Risale certo a questo ultimo periodo della sua vita, compreso tra il 62 e il 65, la composizione dei 20 libri delle Epistulae ad Lucilium, delle Naturales Quaestiones, del De otio e del De providentia. Troppo deboli, invece, gli indizi per datare le tragedie.

Nel 65 venne la morte. Fu scoperta infatti una congiura contro Nerone, ordita da alti personaggi civili e militari con a capo Lucio Pisone, di cui fu ritenuto complice anche Seneca: a lui l'imperatore dette l'ordine di uccidersi e il filosofo, socraticamente, lo accettò e portò a termine con la serenità del saggio, da sempre proclamata.

Sotto il nome di Seneca, subito dopo la sua morte, cominciarono a circolare varie opere: 72 epigrammi, le Epistulae Senecae ad Paulum et Pauli ad Senecam, compendi (De paupertate, Monita, Oratio ad Neronem), raccolte di sentenze (De remediis, De moribus, Proverbia) e il De quattuor virtutibus di Martino, vescovo di Braga insieme alle Controversiae et suasoriae di Seneca il retore.