38. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Urb. lat. 399

a. 1482, Firenze

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Giovanni Immonide, Vita Gregorii

La luminosa cornice che, a f. 2r, segna l’esordio della Vita Gregorii di Giovanni Immonide […], reca le insegne di Federico duca di Montefeltro, chiamandolo in causa quale committente del manufatto. Come è ben noto, nel fondo Urbinate della raccolta vaticana – giunto ad arricchirla solo nel 1657 – sono confluiti soprattutto i prestigiosi volumi che hanno ‘costruito’ la raccolta del duca di Montefeltro […]. L’insieme dei testi tràditi – che connotano l’intero volume di un’innegabile dimensione agiografica – è fotografata nel lussuoso controfrontespizio ‘composto’ da più cerchi disposti a raggera attorno a quello centrale, ciascuno dei quali riservato al titolo di un’opera, in una soluzione decorativa-iconografica che – completata dal frontespizio vero e proprio – incontra grande favore presso gli ‘eccellenti’ committenti dei volumi (ed è particolarmente diffusa tra i codici del fondo Urbinate […]. Il manoscritto in esame si deve all’abile mano del copista in littera antiqua restaurata che utilizza quale ‘divisa’ il motto: «Omnium rerum», identificato da Albinia de la Mare col fiorentino Neri Rinuccini, tra i più attivi copisti fiorentini del secondo Quattrocento: egli appare infatti iteratamente impegnato nella confezione di manufatti non solo per il signore urbinate ma anche per la famiglia Medici e per il casato Aragonese (ventiquattro esemplari attestano il suo motto). […]. Anche la decorazione non è affidata a un artista qualunque: di scuola fiorentina, essa chiama in causa Francesco Rosselli, pure egli ‘familiare’ a illustri committenti. A lui (e forse alla bottega) si devono non solo il luminoso, doppio frontespizio, ma anche le iniziali che principiano i quattro libri in cui si articola lo scritto (distinta è la praefatio), privi tuttavia – nel testimone in esame – della capitulatio ad essi solitamente premessa. Proprio dalle caratteristiche del controfrontespizio emergono peculiarità altrimenti interessanti, atte a illuminare aspetti meno noti delle pratiche connesse al libro: infatti, senza ‘sprecar’ tempo sfogliando il ponderoso manufatto, dai tondi minori veicolo dei singoli titoli attinge l’estensore dell’inventario tardo quattrocentesco, attribuendo così (erroneamente, ma riflettendo diffuse convinzioni) a Giovanni Damasceno la Vita Barlaam et Iosaphat, presentata anonima dalla specifica rubrica di titolo.

DONATELLA FRIOLI

Si riproduce il f. 1v dove, nella decorazione del controfrontespizio, la serie dei cerchi minori disposti a raggera contiene il titolo dei testi tràditi.

La scheda completa è pubblicata nel catalogo della mostra Gregorio Magno e l'invenzione del Medioevo, a cura di Luigi G. G. Ricci, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo 2006 (Archivum Gregorianum, 9).