31. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pl. XVIII 3

sec. XV (a. 1490) - XVI (a. 1513 ca.), Firenze

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Gregorio Magno, Symbolum fidei, Registrum epistolarum, Homiliae in Evangelia

Lo splendido volume esposto, testimone del Registrum epistolarum e delle Homiliae in Evangelia (precedute dal Symbolum fidei, cioè il Credo nella redazione attribuita alla paternità del pontefice), appare voce significativa del collezionismo mediceo e costituisce esemplare di rilievo della tradizione gregoriana a livello di libro non meno che di testo. Come palesa lo stemma a f. 13r, esso è appartenuto a Giovanni de’ Medici, papa Leone X (1513-1521), e aiuta a illuminare la sua dimensione di bibliofilo, meno nota di quella dei più diretti familiari come il padre Lorenzo e il fratello Piero. […] Impegnati nella confezione del volume sono figure insigni nel mondo dei copisti professionali e degli artisti del libro e della decorazione libraria (ma non solo): l’amanuense è infatti il ferrarese Sigismondo de’ Sigismondi, comes palatinus originario di Carpi, l’artista decoratore è il celebre Attavante che potrebbe definirsi il miniatore per eccellenza della famiglia Medici, tanto vasto appare il suo coinvolgimento nella lussuosa decorazione dei codici che, prodotti quasi in serie a partire dal 1485, sono destinati a ‘costruire’ la biblioteca familiare. Anche Sigismondo è strettamente legato alla famiglia Medici (e a Leone X in persona), che gli commissiona la copia di vari manoscritti, tra i quali è almeno necessario ricordare quelli che ‘completano’ il ciclo gregoriano con i Moralia in Iob (Pl. XVIII, 1-2) richiesti dal più attivo Piero de’ Medici. […]. Una duplice sottoscrizione scandisce la confezione del manufatto: […]. Rispetto alle esplicite date […], secondo la recente critica la decorazione del volume non segue a stretto giro di tempo il compimento della esemplazione. Come prova il dettaglio miniaturistico caratterizzante varie iniziali a tempera e foglia d’oro – che recano ormai le armi pontifice (associate allo stemma mediceo del giogo con il motto Suave sovrastato da N e alle plurime elaborazioni di quello familiare) – Attavante esegue il proprio lavoro dopo che Giovanni de’ Medici è asceso al soglio pontificio, dunque ad almeno quindici / vent’anni dalla data di copia, […]. Lo iato che intercorre tra la copia vera e propria e la decorazione induce a supporre che il codice in esame, con pochi altri, abbia fatto parte del novero di esemplari commissionati da Mattia Corvino (per il quale altrimenti lavorano sia Sigismondo sia Attavante). […]. L’esemplare in esame rientra nel ridotto novero di testimoni (si tratta di soli 16 esemplari) che, noti col nome di Registrum Hadriani, rappresentano la più ricca silloge delle tre a noi pervenute, comprensiva di ben 386 missive del pontefice: come di consueto, esse sono ‘ordinate’ secondo l’indizione, nella struttura a quattordici libri coincidenti con gli anni del pontificato. […].

DONATELLA FRIOLI

Si riproduce il f. 13r dove, impreziosito dalle varie insegne medicee, comincia il Symbolum fidei nella redazione attribuita a Gregorio.

La scheda completa è pubblicata nel catalogo della mostra Gregorio Magno e l'invenzione del Medioevo, a cura di Luigi G. G. Ricci, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo 2006 (Archivum Gregorianum, 9).