10. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pl. XIX dext. 7

sec. IX fine - X inizio

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Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia

Le quaranta Homiliae in Evangelia vennero proclamate da Gregorio Magno tra il 590-592, ma riviste, modificate e suddivise in due libri di venti omelie ciascuna verso la metà del 593. Nella lettera dedicatoria a Secondino di Taormina, il pontefice parla dell’esistenza di una copia non autorizzata dell’opera messa in circolazione da alcuni fratres ferventes che ne avevano attinto e divulgato il testo partendo dalle trascrizioni tachigrafiche conservate presso l’archivio lateranense. In base allo studio realizzato da Raymond Étaix, che però non ha utilizzato il manoscritto per l’edizione dell’opera, il codice fiorentino (Fe) nei suoi originari diciotto quaternioni rappresenta uno dei sette manoscritti più antichi individuati come testimoni di questa prima redazione (a) delle omelie 1-20; […]. Il manoscritto appare vergato da un’unica mano la cui ‘nazionalità’ suscita tuttora incertezze tra gli studiosi, divisi tra ipotesi cisalpine e transalpine (da ricercarsi probabilmente e comunque in area germanica); […]. Particolarmente interessanti le titolature: il manoscritto fiorentino pare essere l’unico della tradizione in cui sono presentate all’inizio le homm. 21-40 che vengono definite omeliae maiores e secondariamente le homm. 1-19 che vengono indicate come omeliae minores, […]. Il manoscritto fece parte della biblioteca di Santa Croce di Firenze come appare nella nota di possesso nel verso della terza carta di guardia iniziale […].

LUCIA CASTALDI e DONATELLA FRIOLI

Si riproduce il f. 95r-v con la titolatura tra le omelie maiores e minores.

La scheda completa è pubblicata nel catalogo della mostra Gregorio Magno e l'invenzione del Medioevo, a cura di Luigi G. G. Ricci, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo 2006 (Archivum Gregorianum, 9).