Cecco d’Ascoli, Liber acerbe etatis

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 40.52
sec. XIV seconda metà

Il codice è uno dei 14 più antichi conosciuti all’interno della numerosa tradizione manoscritta di questa celebre enciclopedia poetica volgare, in strofe di sei versi, che tratta di scienze naturali, di fisica e di filosofia religiosa, scritta dal medico e mago Francesco Stabili, detto Cecco d’Ascoli, arso sul rogo in odore di eresia. Fonte iconografica di Leonardo da Vinci per la sua parte dedicata al bestiario, l’opera presenta qui un ricco e complesso apparato decorativo, di due mani diverse, recentemente attribuito ad area lombarda. Si espone la c. 33r, in cui è delineata una delicata immagine della fenice (a fronte). Alle pagine seguenti, altre creature fantastiche: un grifone (c. 41v), una sirena (c. 43v) e un drago (c. 46r).