Alle opere di Seneca si affianca tutta una letteratura apocrifa circolata sotto il suo nome e prodotta da compilatori tardo antichi e medievali; si tratta di falsificazioni, di false attribuzioni o estratti.

La più nota delle opere pseudosenechiane è l' Epistulae Senecae ad Paulum et Pauli ad Senecam, 14 lettere ambientate nella Roma neroniana che sono un prodotto della letteratura pseudoepigrafa del IV secolo. L'anonimo autore esorta alla lettura dei testi dell'apostolo, affermando la necessità di una educazione retorico-stilistica dei cristiani. L'accostamento fra Seneca e san Paolo esprime la tendenza della tarda antichità ad integrare la cultura cristiana e la tradizione classica.
Fra i compendi sono da ricordare:

  • De paupertate: estratti dalle prime 87 Epistulae ad Lucilium, contenente solo i passi che riguardano la povertà volontaria intesa nel senso di frugalità e distacco dai beni terreni
  • Monita: estratti da varie opere senecane, risalente all'VIII secolo.
  • Oratio ad Neronem: il dialogo fra Nerone e Seneca tratto dagli Annali di Tacito
Raccolte di sentenze sono:
  • De remediis breve testo sulle avversità della vita, forse risalente ad epoca tardo antica.
  • De moribus 145 sentenze morali, forse opera di un cristiano della Gallia, già menzionate fra le opere di Seneca nel canone del Concilio di Tours (657) e che ebbero grande diffusione nell'VIII secolo
  • Proverbia o Sententiae: una raccolta di 149 enunciati in ordine alfabetico. Una prima parte è costituita dalle sentenze in versi di Publilio Siro, mimo romano vissuto nel I secolo a.C., la seconda in prosa è tratta dal De moribus.
Fra le opere di certa attribuzione non senecana si segnalano:
  • De quattuor virtutibus che è in realtà la Formula honestae vitae, un compendio a carattere morale di S. Martino vescovo di Braga (556-579) che è stato copiato sotto il nome di Seneca fino all'XI secolo
  • Controversiae et Suasoriae, opera di Seneca il retore (55 a.C.-ca 39 d.C.), dedicata ai figli Novato, Seneca e Mela, che contiene una ricchissima documentazione sui declamatori dell'età di Augusto e Tiberio. Le Controversiae sono orazioni giudiziarie di accusa o di difesa, le Suasoriae sono discorsi pronunciati da personaggi storici per fornire consigli.