Questa raccolta di opuscoli in prosa, composta tra il 37 ed il 65 è identificata con il titolo dialogi tramandato dal codice in beneventana C 90 inf. ora a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana. ma proveniente da Montecassino, il più antico e autorevole testimone della loro tradizione manoscritta.

Ad eccezione di uno, il De tranquillitate animi, non si tratta di veri dialoghi: il loro titolo è una scelta posteriore motivata dalla consuetudine che la trattatistica filosofica, da Platone in poi, si svolgesse tra due interlocutori, per cui la forma del dialogo risultava il più adatto veicolo espressivo per l'operazione terapeutica e dottrinale di Seneca.

Comprende 10 scritti filosofici suddivisi in 12 libri.

Tra gli opuscoli, espressi con un linguaggio filosofico non particolarmente complesso, è evidente una disparità di dimensioni e di argomenti. Sul piano quantitativo si va dal De providentia al De ira e, più breve ancora del De providentia, c'è giunto il De otio. Sul piano tematico, si può suddividere la totalità dei 12 libri in quattro triadi: due di esse intendono distruggere schemi negativi della vita morale, due viceversa sono intese a proporre modelli positivi del comportamento individuale, sempre naturalmente dal punto di vista stoico: così, al trittico del De ira, tutto concentrato sulla cura di questo grave vizio, si contrappongono i tre opuscoli dedicati a sottolineare invece tre valori etici essenziali a livello di macrocosmo (la provvidenza: De providentia) e di microcosmo (la coerenza morale: De constantia sapientis.; e la felicità: De vita beata.); ai tre dialoghi che, appartenendo al genere consolatorio (Ad Marciam de consolatione, Ad Polybium, Ad Helviam matrem), puntano a far elaborare la profonda sofferenza, del lutto, fanno infine da pendant altri tre (De otio, De tranquillitate animi and De brevitate vitae) che invece suggeriscono ipotesi costruttive per le contraddizioni dell'uomo