Invectiva in Antonium Luschum

Il testo con cui Salutati, nell’estate del 1403, risponde all’invettiva antifiorentina del segretario visconteo Antonio Loschi (1368-1441), Contra maledicum et obiurgatorem, è più noto come Invectiva in Antonium Luschum.

Si tratta di un’orazione di tipo giudiziario, in cui vengono ribattute punto per punto le affermazioni di Loschi, citando per intero il suo testo. Salutati, in particolare, si sforza di dimostrare come Firenze, lungi dal nutrire mire dispotiche, si sia sempre distinta quale incrollabile baluardo della «libertas Italiae». Così facendo Salutati ripropone forme e stilemi ormai noti della propaganda fiorentina da lui stesso elaborati e promossi in innumerevoli missive nel corso della sua trentennale attività di cancelliere.

Ciò tuttavia non significa che la sua risposta al Loschi si configuri come una mera, passiva rielaborazione di clichés retorici ormai consolidati: il testo presenta infatti aspetti significativamente originali, tra i quali spicca la proposta di datare l’origine di Firenze all’epoca sillana, subito dopo la fine della Guerra sociale (88 a.C.), sottolineando quindi ancora una volta i forti legami che uniscono la città toscana a Roma antica.