III. «La terribile prova dello stampare»

   «Insuperbito» dal successo romano di Antigone (sch. cat. 25), Alfieri decide di stampare le sue tragedie presso la stamperia senese di Vincenzo Pazzini Carli, su consiglio di Francesco Gori Gandellini. La scelta del poeta è dovuta anche all'apprezzamento per la cultura e l'ambiente della città in cui soggiorna ripetutamente con piacere. Nel marzo del 1783 escono i primi due volumi delle tragedie e nell'autunno il terzo, ma l'edizione (sch. cat. 55) non soddisfa Alfieri che in più occasioni si lamenta del Pazzini. Benché scontento, si occupa tuttavia con cura della distribuzione delle copie.
   L'eco sollevata dalle tragedie è notevole: i letterati, tra cui Cesarotti, criticano quasi unanimemente la durezza del suo stile. Ranieri dei Calzabigi, autorevole uomo di teatro, scrive ad Alfieri una Lettera elogiativa, anche se non priva di obiezioni, alla quale Alfieri fa seguire una Risposta dove vengono minutamente discusse le ragioni dell'interlocutore e le proprie. A Siena il dibattito si infervora tra oppositori e difensori, come attestato da una serie di pubblicazioni. Non mancano scrittori che rivaleggiano con Alfieri come Alessandro Pepoli, cui il poeta riserva parole di scherno non diverse nel tono dagli epigrammi indirizzati a detrattori ed avversari.
scheda catalografica 25
Scheda catalografica 25

scheda catalografica 55
Scheda catalografica 55
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