Stabilitosi a Roma nel 1781 per essere vicino al «degno amore» della sua vita, la contessa Luisa Stolberg d'Albany (sch. cat. 30), incontrata a Firenze nel 1777, Alfieri vi trascorre un periodo di intenso e sereno lavoro, prendendo dimora, tra l'ottobre 1781 e il maggio 1783, presso il «delizioso ricovero» di Villa Strozzi alle Terme di Diocleziano.
Riprende e verseggia definitivamente Antigone (sch. cat. 25), che viene messa in scena con vivo successo nel teatro privato del Palazzo di Spagna da una scelta compagnia di nobili dilettanti. Egli vi recita nel ruolo di Creonte.
La rappresentazione ottiene il plauso di letterati come Alessandro Verri ed invoglia il poeta a dare alle stampe le tragedie fin qui composte.

   Il fervore di studi e di letture favorisce la stesura di due nuove tragedie, Merope, dove viene ripreso un tema già trattato da Scipione Maffei e da Voltaire, e Saul (sch. cat. 39) (sch. cat. 40) (sch. cat. 41). Ispirato dalla Bibbia non come testo di fede, ma come fonte di poesia «descrittiva, fantastica, e lirica», Saul è definito da Alfieri «il mio personaggio più caro, perché in esso vi è di tutto, di tutto assolutamente».
Il personaggio (sch. cat. 134) di Saul, in seguito, fu anche interpretato dall'Alfieri e in più occasioni. Memorabili furono le recite a Firenze del 1793 in una casa privata, del 1794 e del 1795 a casa propria e, ancora, del 1795 a Pisa dove venne invitato dal balì Angiolo Roncioni (1748-1812), fondatore di un'Accademia teatrale, finalizzata a «l'avanzamento dei lumi e della morale».
   La Bibbia suggerisce anche un genere nuovo, la tramelogedia, destinato, nelle intenzioni del poeta, a contrastare il melodramma, ma abbandonato dopo il primo insoddisfacente tentativo.