Introduzione

   Con l'ingresso dei suoi autografi nella Biblioteca Medicea Laurenziana Vittorio Alfieri (sch. cat. 9), che da moderno si era avvicinato ai modelli della tradizione greco-latina, assurgeva lui stesso al rango di classico. Tra la fine del Settecento e i primi due decenni dell'Ottocento, il messaggio civile delle sue opere diffuse in numerose edizioni, il successo delle tragedie rappresentate nei pubblici teatri e la fama europea avevano avviato la consacrazione della memoria del poeta.
   La Biblioteca (sch. cat. 197) più prestigiosa del Granducato ne accoglieva le carte in un clima culturale acceso dall'istanza unitaria e dalla suggestione dei versi foscoliani. La raccolta della letteratura classica ed umanistica per eccellenza si arricchiva di una delle più alte testimonianze della letteratura italiana del Settecento maturata nel vivace confronto con il pensiero illuministico d'Oltralpe.
   Anche attraverso il riconoscimento laurenziano, legato a vicende ereditarie del tutto imprevedibili, il Poeta Alfieri aveva vinto la lotta contro il Tempo, il vecchio alato, armato di falce, inciso nei suoi ex-libris (sch. cat. 183), e che tanto spesso aveva disperato di sconfiggere.
   Il Tempo, cui solo la fama, in una visione laica ed umanistica della vita, può fare da argine vittorioso, è il tema di fondo, la chiave di lettura dell'intero corpus degli autografi, a noi consegnato dallo stesso Alfieri e il motivo conduttore dell' esposizione. Le carte sono fitte di date a margine e in calce, fermate dal poeta per fissare l'inizio e la fine di una fase creativa, una seduta di lavoro, un momento di ispirazione. Da un autografo all'altro, da un volume postillato ad un altro, le annotazioni temporali ordiscono un'immensa tela e solo apparentemente hanno valore cronologico. Il tempo da esse registrato non appartiene al calendario o alle lancette dell'orologio, bensì alla creazione; ci mette in contatto con la malinconia del poeta, con «i sentimenti - scriveva Giacomo Debenedetti - che fanno corteggio alla sua vita, che lo mettono in disposizione favorevole alla nascita della poesia».
   Il medesimo Alfieri, d'altronde, allorché si fece archivista di se stesso, selezionò e dispose i manoscritti in modo che la sua biografia coincidesse con la propria vocazione poetica. Le carte alfieriane della Laurenziana, infatti, coprono l’arco di un trentennio, dal 1773 al 1803, dall’ Esquisse du jugement universel (sch. cat. 150) e dai Primi tentativi tragici e lirici di un poeta in erba, attraverso gli Abbozzi in prosa, le Versificazioni delle Tragedie, i trattati politici sino all’autobiografia, concepita nella duplice forma di narrazione e di canzoniere dalla natura diaristica. Per questo la mostra prende avvio con il Rendimento di conti da darsi al tribunal d'Apollo (sch. cat. 1), dove Alfieri riassume con criterio annalistico i propri «Anni letterari» e culmina nella Vita (sch. cat. 173) (sch. cat. 174) scritta da esso, mentre alcune delle Rime ne scandiscono il percorso.
scheda catalografica 9
Scheda catalografica 9


scheda catalografica 9
Scheda catalografica 197


scheda catalografica 9
Scheda catalografica 183





scheda catalografica 9
Scheda catalografica 150
scheda catalografica 9
Scheda catalografica 1
scheda catalografica 9
Scheda catalografica 173
scheda catalografica 9
Scheda catalografica 174
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