Fonte medievale    commento

[…] i prigionieri fatti dalli genovesi troviamo essere stati 9270, e morti più di cinque mila dalla parte de pisani, e alcuni altri dicono, che furono 16 mila. Erono suti presi quasi tutti i nobili di Pisa […]. Riferiscono, che i genovesi vincitori […] congregarono il consiglio generale consultando quello che si d(oves)si fare circa i prigioni. Dicevono alcuni doversi commutare, e rendergli alla città di Pisa, quando quella dessi in cambio il castello di Castro in Sardigna, molto desiderato da genovesi. Alcuni altri più crudeli, affermavano do(versi) uccidere tutti, ché "uomo morto non fa guerra". Alcuni altri consigliavano doversi conservare vivi, e tenergli nelle prigioni, a cagione che le donne loro non si potessero rimaritare, né fare fig(lio)li, ché per tal via la città di Pisa mancheria fortemente di cittadini non potendo tante delle donne loro havere figlioli stando senza i mariti. E questo consiglio fu seguitato, e furono ritenuti nelle prigioni dicono per spatio di anni diciotto; e quando poi fecero la pace ne erono vivi meno che 2000; gli altri erono morti in carcere. Per questa rotta Pisa perse tanto che da quel tempo in qua mai è stata quella gloriosa, e splendida, e ricca e popolata, e libera città, che era stata per gli adietro tempi quando era celebrata per tutta Italia, e fuori.

da: Pisa, Archivio di Stato, Fondo Roncioni, ms. 342 (ex 22) Cronica istoriale dell'Inclita, et augusta citta di Pisa raccolta nuovamente da diversi autori per il Venerabile Padre Fra Lor.zo Taiuoli da Pistoia dell'Ordine de Predicatori, l. IV fine